12 Marzo 2020
Coronavirus: il florovivaismo lariano rischia una crisi senza precedenti

COMO-LECCO – Rischia “una crisi senza precedenti” il comparto florovivaistico lariano, per il quale l’emergenza Coronavirus si innesta su una situazione già difficile, con le imprese costrette a fronteggiare concorrenza estera e burocrazia. “L’emergenza coronavirus si è abbattuta proprio nel momento di maggiore produzione di un comparto caratterizzato da prodotti stagionali,  considerato che da marzo a metà maggio si concerta la grande maggioranza delle vendite annuali: già nei giorni precedenti all’ultimo decreto, parlavamo di perdite di oltre il 70%. Ora, con la chiusura dei negozi al dettaglio, la situazione è ancora peggiore, con un blocco quasi totale per l’ingrosso: di fatto, restano operativi solo i canali della grande distribuzione che raggiunge i supermercati” sottolinea il vicepresidente di Coldiretti Como Lecco, ed egli stesso florovivaista, Roberto Magni.

“Fiori e piante restano in vivaio, le disdette degli ordini sono crescenti per il blocco del mercato interno: la situazione di emergenza ha ovviamente provocato il crollo della domanda, pur non essendoci grandi problemi legati alla logistica perché i corrieri sul territorio nazionale, con le dovute prescrizioni e autocertificazioni per la movimentazione, riescono a garantire le consegne. Per l’estero è ancora peggio, date le difficoltà di consegna e la situazione di caos che si registra in molte frontiere: negli ultimi giorni si sono moltiplicati i casi di carichi di prodotti florovivaistici italiani fermati alle dogane dei Paesi vicini, Francia in primis, e messi in quarantena senza alcuna motivazione plausibile. Il Coronavirus non si trasmette affatto con le piante e non c’è alcun rischio nella loro immissione sul mercato”.

Nel panorama lombardo, il sistema florovivaistico lariano è uno dei più importanti, e gli stessi numeri ne supportano ne la strategicità: esso è articolato in oltre 1400 imprese operanti nel florovivaismo e della manutenzione del verde, suddivise tra le province di Como (oltre 950) e Lecco (oltre 450), con quasi 3000 addetti.

Il blocco mette peraltro a rischio gli stessi fiori. Trattandosi di merce molto deperibile, bastano pochi giorni di stop perché l’intero carico finisca per dover essere gettato. Altrettanto ingiustificate sono le disdette – continua Coldiretti Como Lecco - giunte in queste settimane da diversi importatori esteri.

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