COMO-LECCO – La filiera corta trionfa nei 245 agriturismi lariani. Ora anche per legge: le modifiche apportate alla normativa regionale sull’agricoltura, infatti, mettono al centro i sapori del territorio, con almeno 4 prodotti agricoli su 5 (pari all’80%) serviti negli agriturismi che dovranno essere “made in Lombardia” e non solo: per quanto riguarda il vino ed il pesce, gli stessi dovranno essere 100% prodotti lombardi.
“In questo modo le nostre aziende saranno ancora di più ambasciatrici delle tipicità locali” spiega Massimo Grignani, presidente di Terranostra Lombardia, l’associazione agrituristica promossa da Coldiretti.
Nella nostra regione – continua la Coldiretti Lombardia – le strutture attive sono in totale 1688 e di queste, oltre un migliaio sono le aziende che offrono servizio di ristorazione. Nelle due province lariane, il numero degli agriturismi è considerevole, con 166 nel comasco e 79 nel lecchese.
Alle base del loro successo – sottolinea la Coldiretti lariana – c’è la possibilità di mangiare i piatti della tradizione, i cui segreti sono conservati da generazioni di cultura gastronomica contadina.
“Il cibo – commenta Emanuele Bonfiglio, presidente di Terranostra Como Lecco – rappresenta il vero valore aggiunto per chi viene in vacanza nelle nostre province e diventa espressione del vero legame che unisce territorio, memoria e ambiente rafforzando così la connessione sempre più forte con il territorio, in un ambito regionale che può contare su un’agricoltura in grado di produrre oltre trecento tesori della tavola certificati, con 34 tra Dop e Igp, 41 denominazioni vinicole tra Docg, Doc e Igt e 251 prodotti tradizionali. Si tratta di un valore aggiunto importante, che consente al consumatore di essere certo sull’origine lombarda di ciò che troverà nel piatto: è certamente un’opportunità valorizzare ulteriormente, anche sotto il profilo della promozione dei nostri agriturismi lariani, meta di turisti da tutto il mondo, dove il territorio, cuore pulsante, è veramente al centro della vacanza. In questo modo, le nostre strutture divengono ancora di più ambasciatrici del tessuto agroalimentare lariano e lombardo nel mondo”.