11 Novembre 2020
Covid-19: Como-Lecco in zona rossa, “lockdown” colpisce 1 italiano su 4 e un’economia strategica

COMO-LECCO – Come preannunciato, anche le due province di Como e Lecco si sono svegliate oggi nella temuta “zona rossa”, quella con le misure più restrittive. Il lockdown colpisce oltre 1 italiano su 4 (27%), ovvero quanti risiedono in Lombardia (che con 10,1 milioni di persone è la regione più popolosa d’Italia), in Piemonte (4,3 milioni) Calabria (1,9 milioni) e Valle d’Aosta (125mila). E’ quanto emerge dalla prima analisi della Coldiretti sull’impatto economico e sociale delle misure decise dal nuovo DPCM nelle regioni rosse, classificate a rischio massimo, dove sono state messe in “lockdown” 16,4 milioni di persone e in cui rientrano anche le nostre province.

Nelle quattro regioni interessate – sottolinea la Coldiretti – si produce circa 1/3 del PIL nazionale (32%) con la Lombardia (22%) a detenere di gran lunga il primato tra tutte le regioni mentre il Piemonte rappresenta l’8%, la Calabria il 2% e la Valle d’Aosta appena lo 0.3%, Si tratta – precisa la Coldiretti - di una componente determinante dell’economia del Paese che traina occupazione ed investimenti lungo tutta la Penisola, dall’industria al commercio fino all’agricoltura che in queste aree rappresenta una realtà strategica del sistema produttivo.

La Lombardia – continua la Coldiretti - è anche tra le regioni con la spesa media mensile più elevata nel 2019 con 2.965 euro a famiglia che risulta elevata anche per Valle d’Aosta (2805 euro) e per il Piemonte (2583 euro) mentre la Calabria è nel fondo della classifica con 1999 euro mensili.

In regioni come la Lombardia, peraltro, sono più rilevanti i consumi fuori casa con rispettivamente oltre 51mila e quasi 24mila locali della ristorazione, che ora si trovano a soffrire per effetto delle misure di restrizione: ciò sarà ancor più evidente in un territorio, come quello lariano, che è cerniera tra la piaura lombarda, la Svizzera e la catena alpina, “dove la chiusura degli oltre 4000 locali di ristorazione provocherà, con la chiusura degli stessi, un effetto a catena pesantissimo per l’intera filiera agricola e agroalimentare” come rimarca il presidente della Coldiretti interprovinciale Fortunato Trezzi. Nelle zone rosse, infatti, come in quelle arancioni, sono sospese tutte le attività di ristorazione e, quindi, anche la somministrazione di pasti e bevande da parte degli agriturismi. E’ consentita solo la consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze dei locali.

In complesso – sottolinea la Coldiretti -  quasi 86647 ristoranti, bar, mense e pizzerie delle quattro regioni della zona rossa (oltre 4400 nelle due province lariane) si sviluppa un fatturato annuale di oltre 22 miliardi che ora è praticamente azzerato, Una difficoltà che – conclude la Coldiretti - si trasferisce direttamente lungo tutta la filiera a causa del taglio delle forniture di alimenti e bevande colpendo le aziende agricole ed alimentari per le quali è necessario prevedere adeguati ristori.

 

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