13 Dicembre 2021
Como-Lecco: salvare stagione turistica invernale dopo flop dello scorso anno

COMO-LECCO – Occorre salvare le vacanze sulla neve di 3,8 milioni di italiani che prima della pandemia erano andati in vacanza in montagna nelle feste di fine anno, per non fermare la ripresa economica ed occupazionale di quei territori.
Lo rimarca Coldiretti Como Lecco attraverso il presidente Fortunato Trezzi: “Si tratta di una opportunità destinata ad avere effetti non solo sulle piste da sci ma sull`intero indotto delle vacanze in montagna, dall`attività dei rifugi alle malghe fino agli agriturismi già duramente colpiti dalle limitazioni di Natale e Capodanno esattamente dodici mesi fa”.
Proprio dal lavoro di fine anno, nelle aree montane, dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole con le attività di allevamento e coltivazione svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento.

L’Italia può contare peraltro su oltre 7500 agriturismi situati in montagna dove svolgono una funzione centrale per la tutela del territorio e la difesa della biodiversità a sostegno del turismo sostenibile che è stato scelto dalla Fao quest’anno come tema della giornata della montagna. I 2/3 degli agriturismi di montagna si trova nel nord Italia ma la presenza – sottolinea la Coldiretti - è diffusa anche nel centro e nel sud del Paese secondo Terranostra. L’ agriturismo – precisa la Coldiretti - è la struttura turistica più integrata nel territorio montano del quale segue i ritmi con l’attività di coltivazione e di allevamento e ne tutela l’identità anche nell’offerta enogastronomica.
Una realtà importante anche nelle due province lariane, dove si contano 245 strutture agrituristiche, suddivise tra i 166 di Como e i 79 di Lecco: alla base del loro successo c’è la possibilità di trascorrere le vacanze a contatto con la natura ma anche di mangiare i piatti della tradizione, i cui segreti sono conservati da generazioni nelle campagne.
Occorre inoltre “ricordare e sostenere il ruolo di agricoltura e allevamento svolti in ambiente montano, che assicurano la vitalità delle nostre Alpi, disegnandone in modo profondo le forme ed i colori. La montagna rischia l’abbandono per le difficoltà che hanno costretto centinaia di miglia di aziende agricole a chiudere i battenti per la mancanza di opportunità”.
Il rischio concreto è lo spopolamento della montagna anche dalla presenza degli allevamenti, che hanno garantito fino ad ora biodiversità, ambiente e equilibrio socio-economico delle aree più sensibili del Paese perché – conclude la Coldiretti – quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere l’abbandono e il degrado spesso da intere generazioni.

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