12 Giugno 2019
Bombe d’acqua, vento e grandine: notte terribile per l’agricoltura delle province di Como e Lecco

COMO-LECCO – Non solo il lago di Como che raggiunge i livelli più alti e tracima invadendo le strade adiacenti: il maltempo della scorsa notte ha provocato danni gravi all’agricoltura, colpendo le due province lariane di Como e Lecco così come ampi areali del nord Lombardia, dalle valli del Varesotto fino alla Bergamasca, mentre la Valle Spluga e Valchiavenna in provincia di Sondrio sono sott'acqua e per le piogge torrenziali con frane e smottamenti.
“Bombe di grandine hanno colpito a macchia di leopardo il territorio devastando le coltivazioni agricole come frumento, orzo, mais, zucchine, zucche, ortaggi a foglia, mentre negli alpeggi è andato distrutto il foraggio per le mucche che dovevano salire sui pascoli di montagna” commenta Fortunato Trezzi, presidente della Coldiretti interprovinciale.
A questo proposito, è evidente la situazione, davvero critica, a Premana e in Val Varrone: l’esondazione del torrente ha provocato l’evacuazione dell’area industriale, mentre restano isolati o difficilmente raggiungibili alcuni pascoli storici dei “mont”, nel pieno della stagione della salita agli alpeggi: “Non so ancora se potrò salire nei prossimi giorni con i miei capi alle Alpi Ariale e Chiarino” commenta Roberta Tenderini, allevatrice.

Tutto è iniziato nel pomeriggio di ieri, quando una violenta bufera di vento si è abbattuta sulla zona dell’alto Lago, sopra Dongo, con tetti scoperchiati e piante cadute. Per ore, in alcune zone, è mancata anche la corrente elettrica, come nell’azienda di Chiara Canclini, produttrice di piccoli frutti a Stazzona: “Stimiamo una perdita dell’80 per cento di piccoli frutti, in particolare lamponi, more e mirtilli. Il vento è stato fortissimo, sino a far cadere le tegole del tetto”. Ortaggi colpiti un po’ ovunque: danneggiate colture come zucchine, zucche oltre agli ortaggi a foglia.
I tecnici di Coldiretti Como Lecco sono al lavoro per determinare l’incidenza delle perdite: dove la grandine ha colpito duro si parla dell’80-90%, in altri casi si spera in un recupero, tempo permettendo.

Alessandro Mapelli, allevatore del Meratese, una delle zone più colpite racconta di “un temporale fortissimo” che ha iniziato ad abbattersi ieri sera alle 21 circa: “Subito dopo è iniziata a cadere la grandine, con chicchi molto grossi: il fieno nei prati non falciati è stato completamente allettato e difficilmente potrà rialzarsi: ciò comprometterà gran parte del raccolto, per di più dopo una stagione difficile quanto alle piogge cadute copiose fino alla scorsa settimana. Il bel tempo di inizio giugno aveva fatto ben sperare, invece questa grandinata ci conferma che, purtroppo, non si può stare tranquilli”.
In Valsassina, invece, i guai più grossi sono iniziati nelle prime ore del mattino “quando verso le 5 ha iniziato a riversarsi una mole d’acqua impressionante, mai vista prima” come raccontano Simone Bergamini e Carlo Platti, allevatori di Pasturo. “Qui il foraggio non è ancora stato raccolto: il taglio è sicuramente compromesso nei prati in cui la fase di sviluppo è più avanzata, vedremo se sarà possibile recuperare quello ancora in fase di crescita”.

Le intense precipitazioni, inoltre, hanno fatto innalzare il livello dei corsi d’acqua e gonfiato i grandi laghi verso valori massimi: il lago di Como, in particolare, è al 90% e, come detto, è addirittura esondato allagando il Lungolario a Como: in città si è reso necessario il ricorso alle passerelle pedonali, con evidenti ripercussioni anche sul traffico veicolare dopo la chiusura delle corsie di transito.
“In attesa del grande caldo, gli ultimi temporali aggravano il drammatico conto dei danni nelle campagne lariane dove una pazza primavera rischia di farsi ricordare con un bilancio pesante” conclude il presidente Trezzi.
Dall’inizio del 2019 – spiega Coldiretti – in Italia sono state registrate ben 86 grandinate, più di una ogni due giorni, con un balzo del 48% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo i dati Eswd, la banca dai degli eventi estremi in Europa. Sono gli effetti di una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua i cui effetti si fanno sempre più devastanti, specie in un’areale delicato come quello lariano e prealpino, dove l’aria calda della pianura incrocia quella fredda delle vicine Alpi, provocando rapide inversioni termiche che aumentano la violenza delle precipitazioni.

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