7 Dicembre 2020
Albero di Natale: quello “agricolo” salva i terreni lariani dall’abbandono

COMO-LECCO – L’albero di Natale naturale e a km zero? Una tendenza in crescita anche a Como Lecco: lo rende noto la Coldiretti interprovinciale alla vigilia dell’8 dicembre, giorno che per molte famiglie lariane e lombarde, segna l’accensione degli abeti addobbati in vista del Natale.

Anche nelle nostre province sono diversi i produttori che propongono gli abeti natalizi vivi e in vaso, coltivati soprattutto sui terreni in altura: il prezzo può variare dai 20 euro per quelli di taglia più piccola, fino a 50 e più per quelli più grandi e importanti) i produttori impiegano “dieci, anche quindici anni di lavoro: è il tempo che un albero impiega a crescere”.

Nelle aree montane, in particolare, la coltivazione degli abeti svolge un ruolo importantissimo, poiché interessano anche terreni marginali altrimenti destinati all'abbandono e contribuiscono a migliorare l'assetto idrogeologico delle colline ed a combattere l'erosione e gli incendi. Grazie agli alberi di Natale è quindi possibile mantenere la coltivazione in molte aree di montagna con il terreno lavorato, morbido e capace di assorbire la pioggia in profondità prima di respingerla verso valle evitando i pericoli delle frane, mentre la pulizia dai rovi e dalle sterpaglie diminuisce il pericolo d'incendi.

 “Anche la produzione di abeti natalizi è una realtà che merita di essere conosciuta, importante anche dal punto di vista della tradizione e del rispetto dell’ambiente” sottolinea Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco. “Va detto innanzitutto che acquistare alberi naturali significa contribuire ad evitare pericoli di frane e a diminuire il pericolo d’incendi e ad aiutare la nostra agricoltura. L’albero vero è più bello e profumato. E sceglierlo “a filiera corta”, quest’anno, è ancora più importante, perché si sostiene un settore – quello florovivaistico – che sta vivendo un periodo di crisi molto pesante”.

Veniamo ai consigli di Coldiretti per la conservazione. Prima di tutto – spiega l’organizzazione agricola - misurare con cura l'altezza del soffitto di casa per non trovarsi con un albero troppo alto. All'aperto gli alberi sembrano molto più piccoli che all'interno ed il rischio di portare in casa un albero non adatto è molto alto. Una volta prese le misure, e fatto i dovuti accorgimenti, è arrivato il momento di scegliere l’abete.

Al vivaio non andare alla ricerca di un albero perfetto perché ogni esemplare tende ad avere un lato meno ricco di rami nella parte cresciuta verso nord; del resto, si tratta di un albero vivo la cui naturale asimmetria è sicuramente compensata dall’autenticità dello stesso. E se perde gli aghi?

Tutte le conifere - sottolinea Coldiretti - tendono a perdere gli aghi nella parte interna dei rami ma questo non significa che l'albero sia vecchio e in ogni caso, per evitare di sporcare macchine e case, chiedere al vivaista di scuotere l'albero per far cadere gli aghi secchi. Una volta a casa? Fondamentale è sistemare l’albero in un luogo luminoso, fresco, lontano da fonti di calore, come stufe e termosifoni e al riparo da correnti d’aria e folate di vento. Spesso la voglia di natale porta ad esagerare negli addobbi:

Coldiretti Como Lecco consiglia di evitare addobbi pesanti per non spezzare i rami o incurvare l’albero come di non spruzzare neve sintetica e spray colorati. Come conservarlo bello e sano? Mantenendo la terra umida ma non eccessivamente bagnata, anche con l'utilizzo di un nebulizzatore, che potrebbe essere applicato anche ai rami (in assenza di fili elettrici!). E finito il Natale? Un balcone o un bel giardino sono i posti migliori… così sembrerà che la festa non sia mai finita!

Un’ultima curiosità: l'usanza di ornare un albero sempreverde in occasione del Natale è originaria della Germania del VII secolo, dove gli abitanti erano soliti addobbare le querce con pietre colorate che col passare del tempo vennero sostituite con ghirlande, nastri e frutti colorati. Questa pratica venne sempre più collegata alla festività del Natale al punto che si finì per sostituire le querce con gli abeti in quanto, la loro forma triangolare poteva simboleggiare la Santissima Trinità.

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