18 Maggio 2017
PROMESSE SUGGELLATE DAI FAZZOLETTI GIALLI. FORTUNATO TREZZI: “CHE LE VOSTRE PAROLE DIVENTINO FATTI”

I 7 nodi sui 7 fazzoletti gialli sono stati fatti e consegnati ai candidati sindaco. Così, la Coldiretti Como Lecco ha suggellato le promesse fatte durante l’incontro tenutosi allo Yacht Club, questa mattina. “Vigileremo che le vostre parole, le vostre promesse, non rimangano tali, ma che si tramutino in fatti — ha detto Fortunato Trezzi, presidente della Coldiretti larianaDi voi, solo uno riuscirà a diventare sindaco, ma chiediamo anche a coloro che rappresenteranno la minoranza di adoperarsi per risolvere le questioni che abbiamo portato sul tavolo del dibattito. Ci auguriamo che i fazzoletti consegnati oggi non vadano a finire nel cassetto del dimenticatoio ma che li portiate con voi, lungo il vostro cammino”.

Un cammino, quello iniziato con Coldiretti oggi, lungo cui si dipanano questioni importanti. Questioni che toccano temi sentiti e spesso perno del dibatto pubblico. Temi che sono centrali in un confronto strategico sul futuro dell’area comasca. Si è parlato infatti di ambiente, di turismo rurale, di verde pubblico, di consumo di suolo, di educazione alimentare, di mercati agricoli e di Grande Como. E lo si è fatto lasciando “interrogare” i candidati sindaco da esperti del settore. Esperti che, come ha sottolineato lo stesso presidente dell’associazione degli imprenditori agricoli, sono tutti giovani e in buon parte donne, nonché rappresentanti di quel 30% di aziende in rosa dislocate sul territorio lariano.

A farsi portavoce sui temi legati alla scuola e alla qualità dell’alimentazione nelle mense, Sofia Montorfano,imprenditrice agricola e titolare di una fattoria didattica. “Ci piacerebbe che la mensa scolastica proponesse i prodotti locali, a chilometro zero, con dei menù creati seguendo la stagionalità. Non solo: sarebbe importante che le scuole realizzassero un percorso di educazione alimentare, nell’ambito del quale i ragazzi possano imparare a capire la differenza tra un cibo spazzatura e un cibo sano”.

Il confronto si è spostato sul tema caldo del turismo, comparto che negli anni ha assunto una crescente importanza economica, tanto da prendere il posto del comparto tessile. “Gli agriturismi della provincia — ha ricordato Sara Cimetti, proprietaria di un agriturismo a Bizzarone —, pur essendo ancora una nicchia, hanno buone prospettive di crescita perché sono in grado di coniugare proposte ricettive ed enogastronomiche, natura e sostenibilità. È auspicabile, nell’ottica di promuovere il brand lago di Como, uno sviluppo più equilibrato del turismo lariano, capace di valorizzare anche il settore rurale dell’intera provincia, dalla Brianza alle Alpi”.

Si è parlato a lungo di farmers’ market e degli spazi di vendita e acquisto del cibo a chilometro zero. “Da una parte puntiamo a offrire un servizio sempre migliore alle famiglie – ha spiegato, parlando della questione del mercato coperto, Alessandro Bonacina, presidente del Consorzio mercato agricolo comasco – dall’altra a volte ci scontriamo con la burocrazia o con i problemi legati alla ricerca di sedi adatte. Noi vogliamo potenziare il farmers’ market perché riteniamo abbia anche un valore sociale di aggregazione ed educazione alimentare che fa bene alla crescita delle nostre comunità. Siamo convinti che un dialogo aperto e propositivo con le istituzioni possa essere la strada maestra per risolvere molti problemi. Ed è su quello che vogliamo impegnarci, sperando di trovare lo stesso atteggiamento nei nostri interlocutori”.
Sull’utilità dei mercati nelle piazze, in centro e nelle periferie del capoluogo, invece, si è espresso Enrico Ranghetti, rappresentante di Agrimercato Como-Lecco: “A Quarto Oggiaro, nella periferia nord di Milano, Coldiretti ha organizzato un mercato di Campagna Amica. Il progetto, che si potrebbe benissimo replicare a Como, ha permesso di creare una vincente occasione di aggregazione sociale, visto anche il fatto che i mercati di periferia sono molto frequentati in settimana perché facilmente accessibili, vicino casa e con la piena disponibilità di parcheggio. La domenica, invece, bisognerebbe sfruttare la vetrina del centro città: visto che, ad oggi, i turisti che affollano le piazze di Como trovano solo prodotti di altre regioni”.

L’ultimo tema toccato nel “faccia a faccia” è stato quello del verde, in particolare della paradossale situazione vissuta dai florovivaisti lariani, che rappresentano il primo comparto agricolo di Como in termini di fatturato, ma che vedono l’amministrazione comunale lasciare incolto l’85% del verde pubblico.
“Crediamo che valorizzare il nostro settore non faccia bene solo alle aziende, ma anche a tutta la comunità – afferma Michele Ratti, florovivaista – per questo pensiamo che sia strategico non solo aumentare le aree soggette a manutenzione, ma anche progettare gli spazi con le essenze più adatte sia dal punto di vista dell’adattamento climatico che come barriere anti smog”. 
Valorizzare il verde non significa solo occuparsi dell'aspetto estetico della città ma anche del benessere e della qualità dell’aria. Nonostante le statistiche tutto sommato positive sulla disponibilità pro capite di verde urbano, Como non è priva dei suoi scandali legati al cemento: Paratie e Ticosa sono i due scempi più noti, ma non gli unici.
 
“Il verde urbano potrebbe essere messo a disposizione dei cittadini per diventare così luogo di condivisione e trasmissione del sapere agricolo, come lo sono gli orti urbani”, racconta Cristina De Angeli, membro della Giunta Coldiretti.

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