18 Novembre 2025
CETA e Mercosur, Coldiretti a Codogno: reciprocità indispensabile negli accordi internazionali

Da sinistra, Gianfranco Comincioli, Ettore Prandini e Alessandro Rota

L’88% degli italiani ritiene che ai cibi importati debbano essere applicati gli stessi standard sanitari e ambientali del Made in Italy. È quanto afferma Coldiretti, sulla base dell’ultimo rapporto Coldiretti/Censis “Mangiare bene, malgrado tutto”, in occasione dell’incontro organizzato dalla Coldiretti di Milano, Lodi, Monza Brianza per l’apertura della 234° fiera agricola di Codogno. 

L’appuntamento di lunedì 17 novembre, che ha messo al centro i rischi per il Made in Italy a tavola derivanti da patti commerciali che non rispettano il principio di reciprocità, ha visto tra gli altri la partecipazione del presidente nazionale Coldiretti Ettore Prandini.

Oggi in Europa si stima che appena il 3% dei prodotti alimentari che arrivano dall’estero sia sottoposto a verifiche fisiche, ovvero tese a testarne la salubrità, e non solo la documentazione allegata, con un sistema che lascia ai singoli Stati membri il compito di decidere i controlli, creando inevitabili dinamiche al ribasso. Con il paradosso che gli accordi commerciali avviati dalla Commissione Ue non prevedono il principio di reciprocità, lasciando campo libero all’arrivo di prodotti che non rispettano le stesse regole imposte agli agricoltori italiani ed europei.

Un caso simbolo è quello dell’accordo con il Mercosur, che prevede l’arrivo in Europa con il dazio zero di centinaia di milioni di chili di carne di manzo, di maiale e di pollo, oltre a riso, miele e zucchero, che andranno a sommarsi alle quantità che già vengono importate. E questo nonostante nei campi sudamericani siano oggi impiegate sostanze da anni vietate nella Ue, dai fungicidi agli insetticidi fino agli erbicidi. Si aggiungono poi i dubbi legati all’uso di alcuni antibiotici (bacitracina, flavomicina, lasolacide, monensina, virginiamicina) come promotori della crescita negli allevamenti, pratica che invece risulta assolutamente proibita nell’Unione Europea dal 2006.

Secondo un’analisi Coldiretti su dati Rasff, nei primi nove mesi del 2025 sono scoppiati 130 allarmi alimentari nei Paesi Ue legati all’importazione di prodotti dal Mercosur. L’intesa non può funzionare se non si garantisce il rispetto del principio di reciprocità sugli standard produttivi. E le clausole di salvaguardia, non automatiche, non offrono garanzia rispetto ai danni di concorrenza sleale per le nostre imprese.

Al convegno di Codogno, con il presidente Prandini c'erano: Alessandro Rota, presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza; Vitaliano Fiorillo, direttore dell'Invernizzi AgriLab della SDA Bocconi di Milano; Gabriele Canali, docente di Economia ed estimo rurale e direttore del Crefis all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. Hanno portato i loro saluti dal palco: il sindaco di Codogno Francesco Passerini; per la Provincia di Lodi il sindaco di Zelo Buon Persico Angelo Madonini; per Regione Lombardia le consigliere Patrizia Baffi e Roberta Vallacchi. Il ministro per gli Affari europei e il PNRR, Tommaso Foti, bloccato a Bruxelles, è intervenuto con un videomessaggio. Ha coordinato i lavori Lorenzo Rinaldi, direttore del quotidiano di Lodi "Il Cittadino".

In platea, insieme a un pubblico di imprenditori agricoli da tutto esaurito e a presidenti e direttori di altre federazioni Coldiretti della regione, c'erano il presidente di Coldiretti Lombardia, Gianfranco Comincioli, e il direttore di Coldiretti Milano, Lodi e Monza Brianza, Umberto Bertolasi.

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